Nuovi importanti dati relativi al portfolio di trattamenti di punta in ambito ematologico sono stati presentati dalla svizzera Roche in occasione del 64° Congresso dell’American Society of Hematology (Ash), che si è conclusa ieri a New Orleans, Luisiana (Usa). I dati – si legge in una nota diffusa dal-l’azienda – riguardano il trattamento di nume-rose patologie del sangue, tra cui l’emofilia A, alcune tipologie di tumori del sangue come il linfoma non-Hodgkin (Nhl) e il mieloma multiplo, e altre condizioni come l’emoglobinuria parossistica notturna (Pnh). Nei neonati (fino a 12 mesi) con emofilia A grave, senza inibitori del fattore VIII, i risultati ad interim dello studio di fase 3 Haven 7 dimostrano che emicizumab ha permesso di ottenere un significativo controllo del sanguinamento, con un profilo di sicurezza favorevole. Il 77,8%dei partecipanti non ha avuto sanguinamenti che richiedessero un trattamento, e il 42,6%non ha avuto alcun sanguinamento, trattato o non trattato. «Lo studio è stato disegnato tenendo in considerazione quanto riportato nelle linee guida Wfh (World Federation of Haemophilia): la profilassi regolare iniziata in giovane età dovrebbe essere considerata lo standard di cura per il trattamento dell’emofilia, in quanto gli studi hanno dimostrato che la profilassi precoce migliora gli outcomes a lungo termine, come la salute articolare, riducendo nello stesso tempo il rischio di Ich», dichiara Flora Peyvandi, Director of Angelo Bianchi Bonomi Hemophilia and Thrombosis Center Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Dipartimento di Fisiopatologia medico chirurgica e dei trapianti Università degli Studi di Milano.