Associazione contro la leucemia e le altre emopatie maligne per la ricerca clinica e la terapia domiciliare

Ogni anno in Italia circa 1.200 persone ricevono una diagnosi di Leucemia linfatica cronica (Llc), il tipo più comune di tumore ematologico che colpisce gli uomini il doppio delle donne, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni. Una forma di leucemia a crescita lenta a causa della quale viene rilevato un numero eccessivo di linfociti immaturi (un tipo di globuli bianchi), in prevalenza nel sangue e nel midollo osseo. Grazie ai progressi della ricerca scientifica è possibile parlare oggi di remissione della malattia e i pazienti che ne sono affetti possono recuperare una buona qualità di vita. questi i temi al centro di una conferenza stampa dal titolo “Faccia a faccia con la Llc : un nuovo inizio. Riscrivere la storia dei pazienti con Leucemia linfatica cronica è oggi possibile”, organizzata da AbbVie, oggi a Roma. I dati evidenziano  riferisce una nota dell’azienda come 1 paziente su 2 risulti libero da progressione della patologia fino a 3 anni dopo aver terminato il trattamento. «I dati di follow up dello studio ‘Murano’, confermati oggi da numerose esperienze di pratica clinica, evidenziano i benefici di una durata fissa di trattamento per pazienti con Leucemia linfatica cronica ricaduti o refrattari e confermano l’efficacia del meccanismo d’azione innovativo di venetoclax. Inoltre, il trattamento a durata fissa può tradursi – rispetto ad altre terapie continuative disponibili in una ridotta incidenza di eventi avversi correlati al trattamento, compreso il Covid-19: diversi studi dimostrano, infatti, come la risposta alla vaccinazione sia più alta nei pazienti che sono in remissione di malattia e liberi da terapia», dichiara Annalisa Iezzi, Direttore medico di AbbVie Italia.