Associazione contro la leucemia e le altre emopatie maligne per la ricerca clinica e la terapia domiciliare

Primo caso in Italia all’Aou Meyer di Firenze. Prof. Claudio Favre:
“La peculiarità di questo trapianto è stata l’averlo iniziato con la piccola ancora positiva al Covid-19 e in assenza di una risposta immunitaria di guarigione”

 

Una bambina positiva al Coronavirus è stata sottoposta a un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche per curare una forma di leucemia mieloide ad altissimo rischio: è stata una scelta difficile quella che i medici del Meyer si sono trovati ad affrontare poche settimane fa, anche perché il caso non ha precedenti in Italia. La piccola, di un anno e cinque mesi, doveva essere sotto-posta a trapianto in tempi rapidi, ma i tamponi rino-faringei a cui è stata sottoposta nell’arco degli ultimi mesi continuavano a dare sempre lo stesso responso di positività al virus. «Non avevamo scelta, perciò abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo deciso di andare avanti», spiega Veronica Tintori, responsabile della sezione trapianti ematopoietici del Centro di Eccellenza di oncologia ed ematologia, diretto da Claudio Favre. Ora, a un mese di distanza dal trattamento, si può dire che la scelta si è rivelata giusta: la bambina ha avuto un recupero molto rapido e ha potuto fare ritorno a casa, anche negativizzata. È ancora presto per cantare vittoria – la piccola dovrà seguire adesso un serrato percorso di cure e controlli per monitorare l’andamento della patologia oncologica  ma il suo recupero rappresenta intanto un grande traguardo. E il buon esito della procedura trapiantologica offre un importante spiraglio di speranza per tutti bambini che, in futuro, dovessero trovarsi nella sua stessa condizione.